lunedì, gennaio 29, 2007

Un ultimo saluto per Barbaro

Equitazione: "Un saluto a Barbaro.".
Barbaro, il purosangue-campione che ha commosso l’America, ha perso la battaglia più importante: quella con la vita, durata più di otto mesi. La frattura multipla del posteriore destro subita dopo la partenza nelle Preakness Stakes di Baltimora del 20 maggio 2006, esattamente due settimane dopo il capolavoro nel Kentucky Derby di Louisville (la corsa che ferma l’America), alla fine gli è stata fatale e i medici del New Bolton Center di Kennet Square (Pennsylvania) non hanno potuto fare altro che praticargli l’eutanasia. "Eravamo arrivati a un punto di non ritorno - ha detto Roy Jackson, uno dei suoi proprietari -: il cavallo ormai soffriva troppo e non c’era un’altra strada da percorrere. Purtroppo, e lo dico ovviamente con la morte nel cuore, questa era la cosa più giusta da fare". La travagliata vicenda di Barbaro, iniziata il giorno dopo l’infortunio con la disperata operazione (placca più 27 viti) per salvargli la vita, in cui gli sono state ridotte le fratture con un intervento di quattro ore, è stata seguita con grande commozione dal popolo americano. Di fronte alla clinica veterinaria di Kennett Square, un continuo andirivieni di gente qualunque (tra cui moltissimi bambini) con mazzi di fiori e cartelli auguranti una pronta guarigione, ha incoraggiato il purosangue allenato da Michael Matz, arrivato imbattuto alla seconda tappa della triplice corona (Kentucky Derby, Preakness e Belmont Stakes) del galoppo Usa. I telegiornali hanno continuato a seguire i bollettini medici come fossero quelli di una star umana e, ovviamente, anche la notizia della morte ha avuto una grande risonanza. All’inizio di gennaio le condizioni di Barbaro sembravano in netto miglioramento, tanto che si parlava di una possibile dimissione dalla clinica. Per questo, la sua scomparsa, seppur inevitabile, fa ancora più male.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

imparato molto