lunedì, gennaio 29, 2007

Un ultimo saluto per Barbaro

Equitazione: "Un saluto a Barbaro.".
Barbaro, il purosangue-campione che ha commosso l’America, ha perso la battaglia più importante: quella con la vita, durata più di otto mesi. La frattura multipla del posteriore destro subita dopo la partenza nelle Preakness Stakes di Baltimora del 20 maggio 2006, esattamente due settimane dopo il capolavoro nel Kentucky Derby di Louisville (la corsa che ferma l’America), alla fine gli è stata fatale e i medici del New Bolton Center di Kennet Square (Pennsylvania) non hanno potuto fare altro che praticargli l’eutanasia. "Eravamo arrivati a un punto di non ritorno - ha detto Roy Jackson, uno dei suoi proprietari -: il cavallo ormai soffriva troppo e non c’era un’altra strada da percorrere. Purtroppo, e lo dico ovviamente con la morte nel cuore, questa era la cosa più giusta da fare". La travagliata vicenda di Barbaro, iniziata il giorno dopo l’infortunio con la disperata operazione (placca più 27 viti) per salvargli la vita, in cui gli sono state ridotte le fratture con un intervento di quattro ore, è stata seguita con grande commozione dal popolo americano. Di fronte alla clinica veterinaria di Kennett Square, un continuo andirivieni di gente qualunque (tra cui moltissimi bambini) con mazzi di fiori e cartelli auguranti una pronta guarigione, ha incoraggiato il purosangue allenato da Michael Matz, arrivato imbattuto alla seconda tappa della triplice corona (Kentucky Derby, Preakness e Belmont Stakes) del galoppo Usa. I telegiornali hanno continuato a seguire i bollettini medici come fossero quelli di una star umana e, ovviamente, anche la notizia della morte ha avuto una grande risonanza. All’inizio di gennaio le condizioni di Barbaro sembravano in netto miglioramento, tanto che si parlava di una possibile dimissione dalla clinica. Per questo, la sua scomparsa, seppur inevitabile, fa ancora più male.

sabato, gennaio 27, 2007

E' tornata Serena

Tennis: "Serena sbanca gli Australian Open.".
Dopo l'assolo di Roger Federer e quello non meno sconcertante di Fernando Gonzalez, la Rod Laver Arena ha assistito allo show di Serena Williams che ha conquistato l'Open d'Australia massacrando l'incredula Maria Sharapova con un pesantissimo 6-1 6-2, maturato in una finale spietata durata appena 63 minuti. Il pronostico della vigilia pendeva decisamente dalla parte della siberiana dagli occhi di ghiaccio, ma sul campo è stata tutta un'altra storia. Serena ha impedito a Maria di entrare in palla, di mettere in atto il suo tennis così potente e aggressivo, cercando soluzioni rapide che ponessero fine allo scambio quanto prima. E lo ha fatto sia al servizio che alla risposta. In tutto il match Serena ha concesso una sola palla break, peraltro annullata con un ace, ha servito il 67% di prime palle ottenendo il 79% dei punti. E nei game di risposta non è stata da meno. Serena è volata sul 5-0, ha lasciato il game della bandiera a Maria dopo che la russa ha tentato di abbatterla con uno smash tirato al corpo. Ma Serena non è certo una che si fa intimidire; prima ha guardato Maria con gli occhi di chi sta per mangiarsi la preda, poi l'ha mandata sottovoce a quel paese e infine le ha rifilato un'altra serie di 5 giochi consecutivi fino al 4-0 del secondo set. A questo punto Maria era già cucinata a dovere, Serena le ha lasciato gli ultimi due turni di battuta prima di stramazzare al suolo e gustarsi nuovamente la vittoria in uno slam. Nella storia ultracentenaria di questo torneo, soltanto due finali avevano avuto un numero inferiore di game: quella del 1962 vinta da Margaret Smith su Jean Lehane per 6-0 6-2 e quella del 1994 vinta da Steffi Graf su Arantxa Sanchez per 6-0 6-2. Di contro si tratta della terza più pesante sconfitta di sempre per Maria Sharapova dopo il 6-0 6-0 subito nel 2005 a Indian Wells contro Lindsay Davenport e il 6-0 6-2 subito sempre a Indian Wells, ma nel 2002 quando la Sharapova aveva appena 14 anni, contro Monica Seles. Per la venticinquenne statunitense si tratta del terzo titolo all'Open d'Australia dopo le vittorie del 2003 sulla sorella Venus e del 2005 su Lindsay Davenport. Tutte le tre finali vinte qui da Serena, sono state giocate con il tetto della Rod Laver Arena chiuso per pioggia. La Williams tocca quota otto vittorie negli Slam (3 Open d'Australia, 2 Wimbledon, 2 Us Open e un Roland Garros) raggiungendo due mostri sacri come Suzanne Lenglen e Molla Mallory Bjurstedt. Serena, che aveva iniziato il torneo da numeri 81 del mondo (era stata anche n° 133 durante la scorsa estate), è la terza giocatrice con una classifica così bassa ad aver vinto una prova dello Slam; meglio di lei hanno fatto Evonne Goolagong che vinse l'Open d'Australia del dicembre 1977 senza avere ranking e Chris O'Neil che invece vinse a Melbourne nel 1978 da numero 111 del mondo. Ma nel ranking che verrà pubblicato lunedì, ritroveremo Serena Williams n° 14 e Maria Sharapova n° 1.

venerdì, gennaio 26, 2007

Ronaldo sempre più vicino al Milan.

Calcio: " Il Fenomeno passa le visite mediche.".

Sono terminati i test di Milan Lab per Ronaldo. "Nel pomeriggio Ronaldo ha svolto i test programmati a Milanello - si legge sul sito rossonero -, e alle 17.05 ha lasciato il centro sportivo di Carnago". Ronaldo questa mattina aveva effettuato le visitie mediche di routine nella cilinica "Le Betulle" di Appiano Gentile. Il centravanti brasiliano era accompagnato dall'ex rossonero Leonardo e verso le ore 11 è stato raggiunto da Jean-Pierre Meersemann, coordinatore sanitario di Milan Lab. All'uscita il Fenomeno ha rilasciato pochissime parole: "Come sono andate le visite? Bene, bene. È una bella emozione tornare a Milano. Non abbiamo finito ancora le visite. Mi auguro di essere presto un giocatore del Milan". Ronaldo in macchina ha proseguito per Milanello, dove è arrivato alle 13.30, su un'auto guidata da Leonardo. Il giocatore questa volta non ha rilasciato nessuna dichiarazione e, una volta all'interno, si è limitato a salutare col braccio alzato il piccolo manipolo di tifosi rossoneri che lo attendeva. Dopo avere pranzato con Carlo Ancelotti, Ronaldo si è sottoposto ai test. Lunedì l'attesa firma e la nuova avventura italiana.

Le Rivincite di Gilbert Arenas

Basket: "Arenas ha ancora sassolini da togliersi.".
Estate 2006: la nazionale statunitense si sta preparando per la trasferta iridata in Giappone. Dal gruppo dei candidati a vestire la casacca di Team Usa viene depennato il nome di Gilbert Arenas, ufficialmente alle prese con un guaio fisico anche se in realtà poco gradito allo staff tecnico. All'epoca una scelta che non destò polemica sia perché il carattere un po' vivace del giocatore poco si adattava alla disciplina dell'allenatore Mike Krzyzewski sia perché in pochi pensavano che l'ex Dream Team trovasse ostacoli nella corsa all'oro. Come andò a finire, con la Spagna sul gradino più alto del podio e la Grecia vincitrice sugli Stati Uniti in semifinale, se lo ricordano tutti. Ma soprattutto se lo ricorda Gilbert Arenas che considerò l'esclusione un affronto personale e che senza bisogno di legarsi un fazzoletto al dito ha deciso di vendicarsi dello staff tecnico. La prima vittima è stata Mike D'Antoni, uno dei vice in nazionale di coach K, che quando ha affrontato Arenas coi suoi Phoenix Suns si è visto rifilare la bellezza di 54 punti. Ora Arenas, un tipo che indossa il numero 0 per ricordare a tutti quanti minuti gli avevano pronosticato che avrebbe giocato al college con la maglia di Arizona, ora attende l'11 febbraio quando affronterà i Portland Trail Blazers di Nate McMillan, altro vice della nazionale: "Segnerò 50 punti" ha dichiarato e i bookmaker non se la sentono di quotare l'ipotesi contraria conoscendo la determinazione di Arenas. Ma "Agent Zero" è uno che non dimentica e in cima alla lista dei nemici tiene fisso il nome di Mike Krzyzewski, storico coach della Duke University: "Rinuncerei a un anno di carriera - ha scritto Arenas sul suo blog - per tornare al college e affrontare Duke. Quaranta minuti, con gli anelli del canestro morbidi segnerei 84 o 85 punti. Non passerei mai la palla, non ci penserei nemmeno. Sarebbe come un videogioco quando fai tirare sempre la stessa persona". Lo scorso anno Arenas fu escluso a sorpresa dall'All Star Game, salvo poi venire ripescato per sostituire un infortunato, quest'anno invece la grande rivincita: sarà, insieme a Dwyane Wade, titolare nell'Est dopo avere superato Vince Carter di 3010 voti nonostante due settimane fa fosse in svantaggio di ben 200.000 preferenze rispetto alla stella dei Nets. "I sogni diventano realtà - le parole di Gilbert - a prescindere da quel che dice la gente. Bisogna solo lavorare duro e le cose accadono, io ne sono la prova vivente".

lunedì, gennaio 22, 2007

Coco è ancora un calciatore???

Curiosità: "Coco è ancora un calciatore???".
Gli esagerati tabloid inglesi lo hanno bollato addirittura come "Coco the Clown". Stuart Pearce, che come ogni tecnico un minimo di diplomazia dovrebbe averla, lo ha ritenuto non all'altezza di vestire la maglia del Manchester City. Tutto questo per cosa? Una sigaretta, accesa poco prima di entrare nel centro sportivo dove si allenano i cugini dei Red Devils.
Ecco l'ultima tappa del periodo nero di Francesco Coco, che segue gli infortuni in serie e le illazioni su presunte foto compromettenti acquistate per evitarne la pubblicazione. Lasciata l'Inter in polemica aperta, il difensore aveva raggiunto l'Inghilterra per un periodo di prova (7 giorni) con il City, interrotto bruscamente da Pearce, che secondo fonti inglesi temeva le abitudini "mondane" che vengono attribuite a Coco. Dall'Italia i commenti sono tutti dalla parte del giocatore. "Non è da questi episodi che si giudica un calciatore: lo si vede in campo, non si guarda la sigaretta", ha detto Gigi Riva, oggi vicecommissario della Figc. "Chiariamo subito: Coco ha sbagliato a presentarsi così all'allenamento, diciamo che poteva farne a meno. Ma non è quello a determinare il valore di un giocatore. Allora a me cosa sarebbe dovuto succedere? Fino al giovedì fumavo, poi in vista della partita mi regolavo. Ma non ero l'unico: lo faceva anche Sivori...". Sulla stessa lunghezza d'onda il commento di Gianluca Vialli, un italiano che in Inghilterra ha lasciato il segno. "Io credo che sia importante responsabilizzare i giocatori, e penso sia fondamentale giudicarli per il tipo di prestazioni che offrono sul campo e non punirli per una sigaretta", ha detto Vialli a R101. "Un episodio del genere da noi non sarebbe accaduto perché gli inglesi sono più permissivi sull'alcol ma non sul fumo, mentre noi non beviamo ma fumiamo. Quindi alla fine conta solo la prestazione in campo. Certo, sarebbe meglio non fumare, ma credo che non si possa agire così per una sigaretta".

Barcellona, Siviglia e Real Madrid in testa alla Liga

Calcio: "Trio in testa alla Liga.".
Approfittando del pareggio del Siviglia nell'anticipo (0-0 sul campo del Villarreal), il Barcellona si avvicina al titolo di campione d'inverno della Liga, battendo 3-0 il Nastic. I blaugrana devono ancora recuperare la gara col Betis, rinviata per la concomitanza col Mondiale per club: se non perderanno con 6 gol di scarto, ipotesi quanto mai improbabile, chiuderanno il girone d'andata in testa. Rijkaard non voleva di certo lasciare punti per strada contro l'ultima in classifica. Ed è stato accontentato. Ma chi sorride di più è Capello, perché il Real Madrid strappa tre punti a Maiorca nel finale e va a formare un terzetto al comando della Liga insieme a Barcellona e Siviglia. Al Camp Nou, il Barça non ha proprio brillato contro il fanalino di coda Nastic, neopromosso, che finora ha raccolto soltanto 9 punti. La differenza di valori in campo, però, ha fatto la differenza e il 3-0 finale, seppure non del tutto meritato nelle proporzioni, non ammette repliche. Rijkaard ha puntato su Thuram accanto a Puyol per sostituire Marquez al centro della difesa, mentre sui lati la scelta è caduta su Oleguer e Zambrotta. Davanti, con Ronaldinho, sono partiti titolari Giuly e Saviola. "El conejo", grande protagonista del match, è stato acclamato al momento della sostituzione con Gudjohnsen: il pubblico del Camp Nou avrebbe voluto vedere l'argentino in campo fino alla fine. Proprio Saviola, dopo un avvio lento dei campioni di Spagna, ha realizzato il gol dell'1-0 raccogliendo un tiro di Oleguer. La reazione del Nastic è stata nulla: nessun pericolo per Valdes. Il raddoppio è arrivato nella ripresa grazie a Giuly, pronto a ribadire in rete un goffo rinvio del difensore Mingo su colpo di testa di Gudjohnsen. Nel finale, il 3-0 di Iniesta ha chiuso i conti, assicurando al Barça una vittoria nella Liga che mancava addirittura dal 9 dicembre scorso. Molto più sofferto, ma altrettanto prezioso, il successo del Real Madrid sul campo del Maiorca. Allo stadio Son Moix ha deciso nella ripresa una splendida punizione di Reyes, che non ha dato scampo al portiere Moya. Capello ha dato fiducia alla "perla di Utrera" e lo ha schierato dall'inizio con Robinho, Van Nistelrooy e Higuain. L'ex giocatore dell'Arsenal gli ha dato ragione, risolvendo la partita. La stessa cosa ha fatto David Villa, che col 9° gol in campionato ha regalato tre punti al Valencia sul terreno della Real Sociedad. Un Valencia che sta crescendo e ha rimontato in classifica fino a issarsi a-2 dal trio di testa. L'Inter, che affronterà in Champions la squadra di Quique Sanchez Flores, è avvertita.

sabato, gennaio 20, 2007

Il Ritorno di Cech

Calcio: "Oggi il ritorno in campo di Cech dopo il grave infortunio.".

Sabato 14 ottobre lo scontro di gioco che gli ha fatto rischiare la vita, quell'impatto tremendo ad altezza tempia con il ginocchio dell'attaccante irlandese Stephen Hunt del Reading. E domani, 20 gennaio, il ritorno in una gara ufficiale. Per Petr Cech si riaprono le porte, non solo quella del Chelsea dopo la grande paura: domani giocherà contro il Liverpool nella ventiquatresima giornata di Premier League. Il portiere, che indosserà un casco protettivo, alla vigilia dimostra di aver superato lo shock: "Non mi sono mai sentito così forte come ora, sia fisicamente che mentalmente. So di non rischiare la vita giocando di nuovo e questa è la cosa più importante - spiega -. Non devo pensarci troppo, ci sono altre persone che sono più preoccupate del sottoscritto". Tornando a parlare dello scontro con Hunt, Cech dice di essere rimasto deluso dal comportamento dell'avversario: "Mi è dispiaciuto - ammette - vedere Hunt parlare molto di me sulla stampa ma senza chiamarmi mai. Non mi ha nemmeno scritto. A ottobre ho ricevuto una lettera di scuse dal Reading in cui c'era anche la sua firma ma niente di più". E aggiunge: "Non so se l'ha fatto di proposito, non voglio saperlo".

venerdì, gennaio 19, 2007

Roberto Baggio: La Leggenda.

Era giusto festeggiare i 40 anni del più grande calciatore italiano di sempre.
Senza parole perchè a parlare per lui ci sono i fatti.
Godetevi il filmato.

giovedì, gennaio 18, 2007

Il Real saluta la Coppa del Re

Calcio: "Real fuori anche dalla Coppa del Re.".

Il Real Madrid è stato eliminato dal Betis Siviglia negli ottavi di finale di coppa del Re. Dopo lo 0-0 dell'andata la squadra di Capello non è andata oltre l'1-1 davanti ai propri tifosi nonostante il vantaggio iniziale firmato da Robinho (5'). Il Betis trova il gol che lo ammette ai quarti della Coppa nazionale poco prima della fine del primo tempo: è Dani ad approfittare delle distrazioni della difesa madridista, infilando il pallone di rete con un preciso colpo di testa.
Fabio Cannavaro ha iniziato la partita dalla panchina, mentre Beckham ha assistito dalla tribuna alla sconfitta dei suoi compagni di squadra come era già accaduto nell'ultimo turno di campionato. Il periodo nero del Real dunque continua, e il complicato quadro di mercato (Ronaldo in bilico, Cassano sopportato a fatica, Beckham separato in casa) non fa che complicare la situazione.

lunedì, gennaio 15, 2007

Perdere le staffe.

Curiosità: "Capello sbotta contro un tifoso...ecco alcuni predecessori.".
La madre di tutte le conferenze stampa risale al 10 marzo 1998. Giovanni Trapattoni è l'allenatore di un Bayern Monaco in crisi, non è per niente soddisfatto di come vanno le cose e non fa nulla, ma proprio nulla, per nasconderlo. Nasce il tormentone "Flasche Leer"(bottiglia vuota, rivolto agli scansafatiche Scholl, Basler e Strunz) destinato a fare scuola in tv, nella pubblicità, addirittura nella musica con un remix di successo in Germania.
Altro italiano all'estero, altro sfogo indimenticabile. Nel dicembre del 2005 Alberto Malesani, tecnico del Panathinaikos,
sbotta davanti alle tv di tutta la Grecia. L'obiettivo sono alcuni giornalisti ateniesi, accusati di remare contro gli interessi dei verdi. Il "Male" li travolge senza pietà, accompagnando il suo monologo con 21 (ebbene sì, ci fu qualcuno che le contò) imprecazioni in italiano.
In casa nostra c'è un'immagine che è diventata un simbolo: quella di Carlo Mazzone, all'epoca tecnico del Brescia, che corre verso la curva dei tifosi atalantini. In quel derby del 2001, il pallone del 3-3 sembrava averlo spinto in rete lui, perché non si era mai visto prima un allenatore fare 50 metri di campo per prendersi una rivincita in modo così plateale. Un'esplosione di gioia e rabbia, come quella di Josè Mourinho in versione Porto all'Old Trafford nel 2004 subito dopo il gol di Costinha che affossò i Red Devils negli ottavi di Champions. Sfuriate, corse ed esultanze scomposte. A volte anche gesti offensivi, come il dito medio di Fabio Capello rivolto a un tifoso del Real. Terremoti scatenati da una tensione che tracima a volte in modo inatteso. Prendete Frank Rijkaard, uno degli allenatori più corretti ed eleganti d'Europa. Sabato sera il suo Barcellona incassa il 2-1 dall'Espanyol e lui che fa? Un pugno alla panchina che salta in mille pezzi. Chissà cosa avrà combinato negli spogliatoi dopo il 3-1...

venerdì, gennaio 12, 2007

Portiere preso di mira...dalla signora del 4° piano!!!


Curiosità: "Portiere preso di mira ...da verdure!!!".

Il portiere, pallone sotto il braccio, richiama l'attenzione dell'arbitro: "La prego, faccia qualcosa! La signora del quarto piano mi sta tirando delle patate grosse così!". L'arbitro si avvicina, prende atto della cosa, allarga le braccia: "Mi dispiace, ma non posso farci niente: i lanci provengono dall'esterno dello stadio". Fuori dalla giurisdizione del fischietto, quindi niente invito alla calma da parte dello speaker dell'impianto, e buonanotte alla responsabilità oggettiva.
Il surreale siparietto è andato in onda mercoledì sera a Vallecas, quartiere periferico di Madrid. Il Rayo Vallecano, oggi in Serie C, ospitava il Siviglia, leader nella Liga. Andata degli ottavi di copa del Rey. In porta per gli ospiti c'è David Cobeño, uno che con il Rayo Vallecano B ha giocato per cinque stagioni. Uno che il Teresa Rivero lo conosce bene. Stadio particolare, quello di Vallecas: dietro una delle due porte al posto della curva ci sono dei palazzi. Vicini, vicinissimi. Ai tempi d'oro della Serie A i terrazzi del Fondo Sur erano sempre pieni, e mercoledì sera per l'arrivo del Siviglia il rito si è ripetuto. Solo che da uno dei terrazzi hanno deciso di partecipare alla gara, a modo loro. Bombardando il portiere con frutta e ortaggi. C'erano dei ragazzi, ma ad attirare l'attenzione è stata soprattutto una donna, una signora. "Non mi era mai successa una cosa simile su un campo di calcio - ha raccontato Cobeño a Marca a fine gara, tra il divertito e lo spaventato -, sono rimasto di sasso. La signora deve aver svuotato la dispensa perché mi hanno tirato di tutto: arance, pomodori, patate. E le patate non erano quelle piccoline, sembravano macigni. Comunque ho localizzato il terrazzo perché ho giocato tanti anni in questo stadio: è la signora del quarto piano". Che magari ha qualcosa da rimproverare all'ex portiere delle giovanili. Una storia di quartiere forse. Oppure, più semplicemente, aveva bevuto troppo. La partita è finita 0-0, un successo per i madrileni che la prossima settimana dovranno però andare al Sanchez Pizjuan: stadio caldo, ma senza terrazzi.

Contratto stellare per beckham

Calcio: "Contratto stellare per Beckham ai Los Angeles Galaxy.".
Dai galacticos ai Galaxy. David Beckham lascia il Real Madrid e va a Los Angeles, nella Mls statunitense. Non adesso, però: il trasferimento avverrà a fine stagione, perché il contratto quinquennale firmato dal 32enne centrocampista inglese scatterà dal prossimo agosto. Insomma, i mesi che da qui porteranno all'estate saranno presumibilmente gli ultimi per Beckham nel calcio europeo, a meno di improbabili ritorni. Per ben 15 anni, lo Spice Boy è stato protagonista nel Vecchio continente, vestendo prima la maglia del Manchester Utd e poi quelli dei blancos madridisti. Ora, esaurito il quadriennale da 35 milioni di euro firmato nel 2003 con il Real, Beckham inizia il capitolo conclusivo della sua carriera da calciatore.
"Ho trattato a lungo con il Real Madrid il rinnovo del contratto - ha raccontato l'ex capitano della Nazionale inglese -. Mi avevano offerto un biennale e avevo proposte anche da altre big d'Europa, ma insieme alla mia famiglia ho preso la decisione di andare negli Usa". Una scelta di vita, insomma, probabilmente legata anche alle possibilità commerciali che l'avventura in America potrà offrire a lui e alla moglie Victoria. Oltre che nel mondo del pallone, Beckham vanta un nome prestigioso anche nel settore della moda e dello spettacolo. La sua immagine vale un patrimonio e le attività extra-sportive lo hanno portato a conoscere il pianeta delle celebrità americane. La sua familiarità con Tom Cruise, dimostrata dalla corsa in Italia in novembre per assistere al matrimonio dell'attore con Katie Holmes, ne è un esempio. Le sirene americane, per Beckham, erano suonate proprio nello scorso novembre. A invitare l'inglese nel calcio americano fu un singolare editoriale del New York Times, che recitava così: "Vieni in America, Beckham! Ti promettiamo che qui nessuno ti romperà le scatole sulla tua vita privata. E anche se i tuoi proverbiali cross non sono più delle parabole magiche, pazienza, sapremo adattarci". A distanza di pochi mesi, lo Spice Boy ha accettato, stimolato anche dal fatto che il rigido salary cap della Lega americana (non più di 400mila dollari a stagione per i giocatori, non più di 2 milioni per l'intera rosa) prevede un'eccezione per l'ingaggio di un singolo calciatore. Una stella di valore mondiale come Beckham, insomma. L'inglese, purtroppo, rischia di lasciare Madrid dopo tre anni di quasi totale digiuno di vittorie. Attribuirgli la colpa delle ultime fallimentari stagioni dei blancos sarebbe ingeneroso, ma di certo il Real ha tratto più giovamento dal marketing legato al giocatore rispetto a quanto non sia derivato dalle sue prestazioni in campo. Finora Beckham ha disputato con la maglia madridista 148 partite, segnando 19 volte. La concorrenza per una maglia da titolare e le difficoltà ad adattarsi a ruoli per lui indigesti (gli è stato anche chiesto di provare a sostituire Makelele in una per lui innaturale posizione da mediano) non gli hanno permesso di rendere al meglio. Così, dopo la rinuncia alla fascia di capitano dell'Inghilterra al termine di un Mondiale deludente, il biondo inglese si prepara adesso a dire addio all'Europa. O almeno arrivederci.

lunedì, gennaio 08, 2007

Follia generale!!!

Follia generale!!!
Questi ragazzi si meritavano una citazione nel blog.
Fantastici!!!

Punto sulla Lisbona - Dakar

Extreme: "Punto sulla Lisbona - Dakar.".
Prima tappa africana ed ecco spuntare Marc Coma. Il campione in carica della Ktm si è aggiudicato la terza tappa disputata oggi da Nador a El Rachidia, in Marocco. Lo spagnolo ha preceduto lo statunitense Chris Blais e il connazionale Isidre Esteve Pujol, che ha conquistato la testa della generale moto.
Nelle auto continua imperterrito il dominio della Volkswagen: oggi si è imposto il sudafricano Giniel De Villiers. Ha preceduto lo spagnolo Carlos Sainz che così ha conquistato la provvisoria testa della classifica generale. Al terzo posto la Mitsubishi di Stephane Peterhansel.

domenica, gennaio 07, 2007

Nicole Gius seconda per 46 centesimi

Sci: "Nicole Gius seconda per 46 centesimi.".
Grande Nicole Gius. Sulla Podkoren, da 15 anni a questa parte riservata alle gare di coppa maschile, la 26enne di Stelvio si è arresa di 46 centesimi solo all’austriaca Hosp (prima in 2’09"85) ed è tornata sul podio quattro anni dopo il secondo posto ottenuto in slalom a Semmering (Aut). Quinta dopo la prima manche, l’azzurra ha recuperato altre tre posizioni nella seconda su un tracciato tecnico e difficile, e ripescato per sostituire Maribor, dove la neve non c’è. "Non ci credo, anche per me è stata una sorpresa — dice la Gius —, sapevo di aver sciato bene, ma non pensavo di essere tornata a questi livelli. Quando ho visto la Poutiainen finire dietro ho fatto un pensierino alla vittoria, ma questo secondo posto per me è come vincere".
Alzata sulle spalle dalle compagne di squadra Denise Karbon e Hilary Longhini, la Gius è reduce da un avvio di stagione incredibile. Finita fuori dalla squadra azzurra dopo gli scarsi risultati della scorsa stagione, l’atleta dell’Esercito si è allenata con il suo gruppo sportivo e si è qualificata prima per Soelden (cancellato) e poi per Levi. I buoni risultati l’hanno fatta ritornare in azzurro. Quello della Gius è il miglior risultato stagionale per la squadra femminile, che finora non era andata oltre il terzo posto di Nadia Fanchini in discesa a Lake Louise.
Bene anche Manuela Moelgg, anche se nella seconda manche non è riuscita a confermare il sesto tempo della prima. Un paio di errori nel piano l’hanno retrocessa al decimo posto. A punti anche la ventenne Hilary Longhini, per la prima volta al via in un gigante di coppa del Mondo ha chiuso 23ª. Cadute invece per Karen Putzer (è finita nelle reti, per lei una contusione all’anca destra operata e un’abrasione al viso) e per Denise Karbon. La 26enne di Castelrotto è scivolata a quattro porte dal traguardo, travolgendo un guardiaporte che era proprio sulla linea, per fortuna senza conseguenze. Domenica si torna in pista per lo slalom.

mercoledì, gennaio 03, 2007

Euroscar '06: E' ancora Nowitzky

Basket: Euroscar 2006: E' ancora Nowitzky.".
Ancora lui, ancora Nowitzki. Il quinto Euroscar consecutivo lo fa entrare nell’olimpo degli immortali, in attesa di coronare la grande carriera con un titolo Nba. Il trionfo, quasi un plebiscito, nel premio Gazzetta che dal ’79 elegge il miglior giocatore europeo, non lascia margini di discussione. La vittoria del tedesco conferma che la Nba ha ancora moltissimo peso, nonostante la debacle della Nazionale delle stelle al Mondiale, nonostante si urli all’aggancio. Ma, soprattutto, nonostante una Spagna iridata trascinata da un fantastico Pau Gasol, una Grecia finalista — dopo aver travolto gli Usa — con Papaloukas dominatore. E un’Eurolega che ha esaltato il Cska Mosca di Matjaz Smodis. O, ancora, un’annata nella quale, con la prima scelta assoluta Nba, è stato chiamato un italiano, Andrea Bargnani (8° e miglior italiano), onore mai toccato in passato a un europeo. Comandano ancora loro, fino a prova contraria. Lo dicono gli addetti ai lavori, gli stessi protagonisti. Intanto Nowitzki si avvicina ad Arvydas Sabonis, recordman con 6 Euroscar. Se dovesse vincere il titolo con Dallas, non dovrà aspettare molto...

martedì, gennaio 02, 2007

L'Equipe svela la squadra del 2006

Calcio: "L'Equipe svela la squadra del 2006.".
Cinque campioni del mondo italiani, tre francesi e tre giocatori del Barcellona, con Marcello Lippi tecnico della squadra internazionale 2006 - I re del mondo - scelta dal quotidiano sportivo francese L' Equipe. Quattro dei cinque azzurri sono difensori: Buffon, Zambrotta, Cannavaro e Grosso. Il quinto è Pirlo. Nella squadra 2005 de l'Equipe c'era un solo italiano, Maldini. I tre francesi sono il difensore Gallas, il centrocampista Makelele e l'attaccante Henry. I tre del Barcellona sono il centrocampista Deco e gli attaccanti Ronaldinho e Eto'o. In panchina c'è Lippi, definito da L'Equipe "re del turn over".
Secondo il quotidiano francese "il più grande successo di Lippi resterà probabilmente il cambiamento tattico deciso nei supplementari della semifinale mondiale contro la Germania con l'ingresso di due attaccanti (Del Piero e Iaquinta) e i due gol che sono seguiti. Cinque dei 12 gol italiani al Mondiale sono stati fatti da giocatori entrati a partita iniziata". Questa la squadra de l'Equipe (4-4-2): Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Gallas, Grosso; Deco, Makelele, Pirlo, Ronaldinho; Eto'o, Henry.