venerdì, novembre 03, 2006

Kakà O'Meravigliao

Calcio: "Kakà O'Meravigliao".

Ricardo Izecson Dos Santos Leite, in arte Kaká nasce a Brasilia il 22 aprile 1982, ma già da piccolo si trasferisce a San Paolo, nel quartiere residenziale di Morumbi. La storia di Kaká non è la solita favola del ragazzino che mangia riso e fagioli con qualche dramma familiare alle spalle. Il contrario. La famiglia appartiene alla media borghesia. Il padre di Kaká è un ingegnere civile, il signor Bosco Izecson Pereira Leite, mentre la mamma Simone Cristina dos Santos Leite è una professoressa. Non hanno avuto problemi nel mettere insieme il pranzo con la cena, anzi da ragazzo Kaká si poteva permettere anche qualche maglietta firmata ed alcuni videogame all'avanguardia. E siccome nelle giovanili del San Paolo con lui c'erano tanti ragazzi poveri, spesso dopo l'allenamento tutta la garotada (espressione brasiliana che indica un gruppo di adolescenti festosamente rumorosi) andava a casa Leite a fare merenda: 1400 metri a piedi per sgranocchiare le ciambelle di mamma Simone Cristina. Forse proprio per queste origini borghesi, in Brasile non hanno mai avuto certezze sul suo futuro. Di buon carattere e famiglia solidissima, crede alle tradizione ed è religiosissimo. Kaká è sicuro di essere stato graziato da Dio quando nell'ottobre del 2000 ebbe un incidente che avrebbe potuto lasciarlo paralizzato. Kaká batte infatti la testa sul fondo di una piscina e si ruppe una vertebra del collo. Da allora, ogni volta che segna una rete, mentre la gente lo acclama e i compagni gli si buttano addosso, si ricorda di quel momento e alza gli occhi al cielo. Nel gennaio del 2001 la squadra juniores del San Paolo fu protagonista della Coppa San Paolo di calcio giovanile, l'equivalente del Torneo di Viareggio. Ma Kaká era in panchina, non giocava mai. Il 7 marzo dello stesso anno, la prima squadra del San Paolo giocava contro il Botafogo la finale della Copa Rio-Sao Pãulo, torneo che non aveva mai vinto. Al 14' del secondo tempo l'allenatore Oswaldo Alvarez lo mise in campo al posto di Fabiano scatenando la reazione scandalizzata dei commentatori radiotelevisivi: "Incredibile! Alvarez està louco, Alvarez è pazzo, ha buttato in campo una riserva delle giovanili". Quel giorno Kaká segnò 2 gol in poco più di 2 minuti, regalando il trofeo alla sua squadra. E Oswaldo ricorda quel giorno con il sorriso sulle labbra: "La gente non sapeva che Kaká arrivava da una lunga convalescenza. Nel 2000 si era rotto la sesta vertebra sbagliando un tuffo in piscina in un parco acquatico. Ma io sapevo che era fortissimo". Quei 2 gol non bastarono per convincere tutti. Non ci credevano tanto, se è vero che nei quarti di finale del campionato brasiliano del 2001 contro l'Atletico Paranaense, dopo essere stato inseguito per tutto il campo dal randellatore Cocito, costrinse il suo allenatore a sostituirlo al 39' del primo tempo. Kaká uscì piangendo a dirotto e la critica lo stroncò: "E' bello da vedere, ma non può giocare partite importanti". L'unico che ha sempre creduto in lui è Carlos Alberto Parreira. Lo affrontò la prima volta e gli fece i complimenti, lo affronto la seconda volta e disse : "Quel Kaká diventerà un fenomeno" ...E aveva ragione. Ormai Ricardo ha raggiunto una maturità tecnica e tattica che fa di lui un campione che riesce ad unire la spettacolarità del calcio brasiliano all'abnegazione tattica di quello europeo. Probabilmente non esiste calciatore più decisivo di lui e il Milan farà bene a tenerselo stretto.
E ora qualche magia.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

io sono interista....ma devo dire che kakà è il miglior giocatore del monfdo....in questo periodo..........complimenti per il blog......molto bello.....!!!!!
mi farebbe un immenso piacere ricevere la tua visita nel mio modesto blog!!!!!
grazie.....lasciami dei consigli!!!!
www.jogamalito.splinder.com

Anonimo ha detto...

Sono andato a veder...molto divertente...ho lasciato un commento nel sondaggio....posso chiederti come hai fatto a trovare il mio blog???

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

imparato molto