sabato, novembre 18, 2006

Puskas: un'altro pezzo di storia che se ne va

Calcio: "Puskas: un'altro pezzo di storia che se ne va".

Ferenc Puskás è stato un calciatore, considerato il migliore giocatore ungherese di sempre ed uno tra i maggiormente dotati di talento di ogni tempo a livello internazionale.
Dotato di un potente tiro di sinistro, secondo molti è stato il miglior tiratore nello sport del calcio. Fu per questo soprannominato "El Cañoncito", il piccolo cannone.
Luisito Suarez raccontò che una volta Puskas riuscì a colpire, mirando ad essi, diciotto volte su venti tentativi, i pali di una porta.
Il palmares di Puskas è uno dei più ricchi del mondo del calcio, paragonabile a quello di altri grandi del calcio, come Pelé, Franz Beckenbauer, Alfredo Di Stefano e altri.
Giocò per la squadra olimpica ungherese che vinse la medaglia d'oro nel 1952. Esordì a livello di club a soli 16 anni, nella Honvéd di Budapest (la squadra dell'esercito ungherese), per poi passare al Real Madrid nel 1958 dopo i fatti della Rivoluzione Ungherese del 1956.Con la squadra spagnola vinse cinque campionati spagnoli e una Coppa dei Campioni, nel 1960, nella quale gli spagnoli si imposero all'Eintracht Frankfurt per 7-3 e nella quale Puskas segnò 4 reti, cosa non riuscita a nessun altro calciatore in una finale di Coppa dei Campioni.Grazie alla sua permanenza al Real Madrid venne naturalizzato spagnolo. Giocò nella nazionale ungherese dal 1945 al 1956, segnando 84 gol in 85 incontri. Con questa squadra ottenne un secondo posto nel Campionato del mondo di calcio del 1954. Puskas fece anche quattro apparizioni nella nazionale spagnola, tra il 1961 e il 1962, ma senza segnare.I suoi 84 gol internazionali furono un record (per gli uomini) fino al 28 novembre 2003, quando venne battuto dal calciatore iraniano Ali Daei (attualmente a quota 105 reti).Nella sua carriera segnò 1156 reti.
Malato da tempo, muore di polmonite nella notte tra il 16 e il 17 novembre 2006, all'età di 79 anni, in una speciale casa di cura a Budapest, dove aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita grazie a un vitalizio del governo ungherese. Lo stadio di Budapest, il "Népstadion", fu rinominato in suo onore nel 2002.

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